CRIF e centrale rischi: come fa il cattivo pagatore che non ha pagato un finanziamento o una rata alla banca a farsi cancellare dalla black list e dopo quanto tempo avviene l’eliminazione dagli elenchi?

22 Gennaio 2019

Se hai avuto un prestito e lo hai rimborsato puoi ottenere la cancellazione dalla centrale rischi (CRIF) semplicemente compilando un modulo di domanda: è un tuo diritto ed è gratis. Quando richiedi un finanziamento in qualsiasi forma – ad esempio mediante prestito, con mutuo, attraverso un fido bancario o con una carta di credito – vieni inserito direttamente, a cura dell’Istituto al quale ti sei rivolto, in una banca dati chiamata CRIF. Da quel momento in poi, tutte le notizie riguardanti il tuo finanziamento, compresi i mancati rimborsi delle rate, verranno conservate qui per un lungo periodo, che oltrepassa di almeno tre anni la scadenza del contratto. Queste informazioni saranno disponibili per tutte le altre banche o società finanziarie alle quali ti rivolgerai per avere un successivo prestito. Potrà risultare che sei un buon pagatore se hai sempre pagato tutto puntualmente; oppure emergerà che sei considerato un cattivo pagatore perché hai rimborsato in ritardo, o non hai pagato affatto, determinate rate del tuo precedente finanziamento. Se fosse così, avresti notevoli difficoltà ad ottenere un nuovo prestito: quasi tutti gli operatori finanziari, infatti, si collegano proprio alla CRIF per valutare la tua affidabilità finanziaria prima di concederti un qualsiasi finanziamento. Il tuo merito creditizio è per gli istituti di credito più importante del tuo reddito e del tuo patrimonio: il tuo comportamento pregresso è un indicatore fondamentale della tua solvibilità, cioè della prevedibilità che tu possa rimborsare il prestito. Per questo è importante sapere come è possibile ottenere la cancellazione dalla centrale rischi (CRIF) dei dati che ci riguardano: in questo articolo vedremo proprio in quali casi, a quali condizioni, quando e come è possibile richiederla ed ottenerla.

Indice

  • 1 Cos’è la centrale rischi (CRIF)?
    • 1.1 CRIF e centrale dei rischi Bankitalia: differenze
  • 2 Cosa contiene il CRIF?
  • 3 Chi può consultare il CRIF e perché?
  • 4 CRIF e privacy: quali garanzie?
  • 5 Per quanto tempo vengono conservati i dati?
  • 6 Come consultare i tuoi dati presenti in CRIF
  • 7 Cancellazione dalla centrale rischi: come fare?
  • 8 Casi particolari
    • 8.1 La correzione dei dati
    • 8.2 Frode, furto d’identità e truffa
    • 8.3 Quando non conviene far cancellare i propri dati

Cos’è la centrale rischi (CRIF)?

Il CRIF è un sistema di informazioni creditizie: serve a chi ti presta i soldi per sapere in un batter d’occhio la tua storia finanziaria.

Quando ti rivolgi a un istituto di credito per ottenere un prestito, l’elemento più importante per decidere se concedertelo o meno saranno proprio le tue “referenze” creditizie: in pratica l’istituto controllerà presso la CRIF il tuo nominativo e verificherà la posizione di eventuali prestiti che avevi richiesto in precedenza ed il loro puntuale e integrale rimborso.

In questo modo le banche avranno un fondamentale elemento per stabilire la tua affidabilità finanziaria e la capacità di rimborso. Ad esempio se hai un reddito modesto ed avevi richiesto un prestito pochi mesi prima, che ancora non hai finito di rimborsare, è molto difficile che tu ne ottenga uno nuovo.

Analogamente, se nella tua storia passata compare un mancato rimborso questa circostanza suonerà come un “campanello di allarme” che indurrà gli istituti di credito ai quali ti sei rivolto a non prestarti altri soldi, a meno che tu non conceda loro specifiche garanzie.

CRIF e centrale dei rischi Bankitalia: differenze

Chiariamo un comune equivoco: la centrale rischi CRIF, di cui ci stiamo occupando, non è la centrale rischi della Banca d’Italia. In quest’ultima confluiscono solo le posizioni “a sofferenza” cioè le più gravi insolvenze (superiori a 30.000 euro) mentre in CRIF vanno tutte le notizie relative ai finanziamenti richiesti ed ottenuti, a prescindere dal fatto che siano puntualmente rimborsati o meno.

Quindi viene segnalato in centrale rischi Bankitalia solo chi è diventato insolvente a fronte di un prestito o mutuo superiore a un determinato importo; la segnalazione è successiva e condizionata al verificarsi di tali ipotesi.

In CRIF vengono invece inseriti tutti i dati relativi a ogni tipo di finanziamento richiesto e concesso, sin dal momento della loro domanda da parte del privato o dell’azienda, e a prescindere dal fatto che siano stati rimborsati o meno; i successivi dati delle rate pagate o non pagate confluiranno comunque in questa banca dati.

Inoltre, la centrale dei rischi è pubblica in quanto gestita direttamente dalla Banca d’Italia; il CRIF invece è semplicemente uno dei più utilizzati “sistemi di informazioni creditizie” (SIC), ha natura di società privata [1] che è stata appositamente costituita dagli enti finanziatori, i quali vi partecipano per scambiarsi in modo veloce e sicuro le notizie di comune interesse sul mondo del credito e in particolare su coloro che richiedono finanziamenti.

Qui puoi trovare la Centrale Rischi Bankitalia spiegata in parole semplici.

Cosa contiene il CRIF?

Contrariamente a quanto si crede, la centrale rischi CRIF non contiene solo le informazioni relative ai cattivi pagatori: essa raccoglie, invece, tutte le notizie sui finanziamenti che sono stati richiesti e concessi a privati e a imprese, dunque comprende anche quelli regolarmente rimborsati.

Anzi, più del 95% dei nominativi inseriti in questa banca dati sono buoni pagatori, cioè soggetti che hanno rimborsato (o stanno rimborsando, se il finanziamento è ancora in corso) puntualmente le rate secondo il piano stabilito.

Dalle statistiche ufficiali elaborate dalla centrale rischi, la percentuale dei cattivi pagatori – che comprende sia coloro che hanno omesso di rimborsare il prestito o una sua parte sia coloro che sono in ritardo nei pagamenti di alcune rate – è soltanto del 5% circa.

Quindi se hai richiesto e ottenuto un prestito sarai solo per questo automaticamente inserito in centrale rischi: il fatto di essere presenti su questo sistema informativo non implica affatto che sei un cattivo pagatore, ma semplicemente che hai richiesto e ottenuto un finanziamento.

Come abbiamo detto, l’inserimento è necessario affinché gli altri istituti creditizi, ai quali potresti rivolgerti per ottenere un altro prestito, sappiano che hai già un finanziamento in corso e possano verificare se lo stai rimborsando oppure no.

In pratica gli operatori finanziari che consultano il CRIF ottengono le informazioni sull’andamento dei finanziamenti che in precedenza avevi richiesto, e sono in grado di sapere subito se li hai restituiti o no (oppure, se sono ancora in corso, se li stai rimborsando puntualmente).

Il sistema consente di attribuirti un rating, cioè un punteggio sintetico che, in base al tuo comportamento di rimborso o meno, riassume la tua affidabilità finanziaria.

Chi può consultare il CRIF e perché?

Le informazioni contenute nel CRIF sono consultabili solo da parte delle società che aderiscono al sistema di informazioni creditizie (SIC) di cui questa centrale rischi è la principale componente e di fatto la più utilizzata dagli operatori.

Dunque possono accedervi legittimamente solo gli intermediari creditizi autorizzati: le banche e le società finanziarie abilitate alla concessione di crediti a privati e a imprese.

Questi soggetti, inoltre, possono consultare le informazioni non indiscriminatamente e a loro piacimento, ma solo per finalità collegate alla tutela del credito e al contenimento dei relativi rischi.

Quindi l’interrogazione dei dati presenti in CRIF su un determinato soggetto può avvenire soltanto quando la banca, o la società finanziaria, hanno ricevuto da quel soggetto una richiesta di finanziamento e si accingono a valutarla, oppure anche durante il periodo di rimborso di un finanziamento già concesso.

E’ infatti possibile che quel soggetto abbia chiesto, successivamente al primo prestito in corso di rimborso, un altro prestito successivo ad un altro intermediario finanziario (magari di importo e durata diversi dal primo): il primo istituto è legittimato a conoscere questa circostanza e a verificare se le rate del successivo prestito vengono puntualmente rimborsate oppure no.

CRIF e privacy: quali garanzie?

Devi sapere che tutta l’attività della centrale rischi è regolamentata dal Codice privacy [2]. Quindi hai pieno diritto di conoscere quali sono i dati personali registrati a tuo carico, chi può consultarli e per quali ragioni ed anche come vengono trattati, elaborati e conservati. Già nel momento in cui richiedi un finanziamento tramite un operatore che aderisce al CRIF dovrai sottoscrivere la prescritta informativa e prestare il tuo consenso affinché i tuoi dati possano essere inseriti.

In particolare, il sistema contiene i tuoi seguenti dati personali:

  • dati anagrafici e codice fiscale se sei una persona fisica, ed inoltre partita IVA, denominazione e sede legale se hai una società o ditta individuale che ha richiesto finanziamenti;
  • i dati relativi alla richiesta di prestito e al rapporto in essere: quindi sarà specificato se si tratta di prestito personale, di mutuo ipotecario, di carte di credito rateali o a saldo o di affidamento revolving (si tratta di un tipo di carta di credito che consente di pagare a rate mensili la spesa addebitata in modo da ricostituire a poco a poco il fido concesso, cioè l’importo finanziato per l’acquisto iniziale).
  • l’importo del credito concesso e le modalità di rimborso (quindi il numero delle rate, la loro scadenza e l’importo)
  • lo stato della richiesta: ci saranno non solo i finanziamenti concessi, ma anche quelli rifiutati dall’istituto di credito, quelli eventualmente rinunciati dal richiedente prima dell’erogazione ed anche quelli estinti, cioè conclusi.
  • i dati analitici dei pagamenti, cioè dei rimborsi effettuati dal debitore: le notizie riguarderanno quanto, quando e come si è pagato ciascuna rata (es. rata n. 7 in scadenza il 20.01.2019 di euro 150,00 saldata il 24.01.2019 mediante addebito su carta di credito, oppure in conto corrente);
  • eventuali informazioni aggiuntive fornite dall’istituto erogatore sullo stato del finanziamento. In questa parte saranno inserite le notizie riguardanti un comportamento considerato rischioso, come ad esempio un incaglio dei pagamenti, il passaggio a sofferenza o a perdita dell’importo già finanziato e non rimborsato, la cessione del credito a società specializzate nel recupero, il blocco della carta di credito, ecc.

Il trattamento di tutti questi tuoi dati personali e sensibili può essere effettuato esclusivamente da parte dei soggetti autorizzati, quindi gli istituti di credito (banche e finanziarie) a cui ti rivolgi o ti sei rivolto in passato per ottenere un prestito, e non da altri soggetti.

Inoltre, anche questi soggetti autorizzati ad accedere ai tuoi dati potranno farlo solo per controllare la tua puntualità nei pagamenti, la tua solvibilità come debitore e la tua affidabilità come richiedente finanziamento: mai per altri scopi.

Per quanto tempo vengono conservati i dati?

La normativa prevede differenti tempi di conservazione in relazione alle finalità del trattamento ed alle vicende del credito. Vediamoli in dettaglio:

  • tutte le richieste di finanziamento sono conservate in banca dati per un tempo massimo di un mese se la richiesta è respinta o se il privato che l’aveva formulata vi ha rinunciato. Questo periodo è esteso a un massimo non superiore a sei mesi se c’è un’istruttoria in corso cioè se l’istituto non ha ancora né accolto né respinto la tua richiesta ma la sta valutando e approfondendo e ti deve ancora dare una risposta definitiva;
  • i rapporti che si sono svolti e conclusi positivamente, cioè con pagamenti tutti puntuali e integrali, senza ritardi né contestazioni, sono conservati fino a 36 mesi dalla data di cessazione del rapporto. In pratica se hai finito di pagare un finanziamento nel gennaio di quest’anno, così come previsto dal piano di rimborso che hai rispettato, tutte le informazioni relative a questo prestito saranno conservate per i successivi tre anni;
  • le morosità nei pagamenti che non superano due rate o due mesi di ritardo e che poi sono state regolarizzate possono essere conservate fino a 12 mesi decorrenti dalla avvenuta regolarizzazione;
  • ritardi nei pagamenti che superino il numero di due rate impagate o i due mesi di ritardo vengono conservati per 24 mesi dalla loro regolarizzazione, sempre che siano stati sanati;
  • le morosità gravi, gli inadempimenti definitivi e i passaggi a sofferenza, cioè tutti i casi in cui i pagamenti del debito superino un certo ritardo e nonostante i solleciti e le intimazioni non siano avvenuti vengono conservati per 36 mesi che decorrono non dalla inadempienza ma dalla data di scadenza contrattuale del rapporto con un massimo di cinque anni; quindi se hai interrotto i pagamenti a dicembre 2017 ma il contratto aveva scadenza a dicembre 2021 il termine decorrerà da questa data e i dati potranno essere conservati fino a tutto il 2026.

Come consultare i tuoi dati presenti in CRIF

La normativa sulla privacy stabilisce il tuo diritto di conoscere in qualsiasi momento e senza limitazioni i dati iscritti sul tuo conto e registrati nella centrale rischi.

Prima di richiedere qualsiasi cancellazione, è opportuno conoscere quali dati sono presenti e da qui stabilire se vogliamo mantenerli oppure preferiamo che siano cancellati.

Il sito ufficiale di CRIF ti consente di inoltrare la richiesta attraverso un modulo online, che dovrai inviare firmato insieme a un tuo documento di riconoscimento.

La centrale è tenuta a risponderti entro 30 giorni, inviandoti i dati che hai richiesto all’indirizzo (email o postale) che avrai loro indicato nel modulo.

Attenzione: per le persone fisiche il servizio è interamente gratuito (come impone il Regolamento sulla privacy).

Se sei un’azienda dovrai versare un contributo spese che sarà:

  • di 4 euro se la richiesta è stata positiva, cioè sono state rilevate informazioni;
  • di 10 euro se l’esito è stato negativo, cioè non è emersa alcuna notizia presente in CRIF.

Il CRIF mette a disposizione anche ulteriori servizi – però a pagamento, sia per privati che per aziende – che forniscono informazioni aggiuntive, come l’accesso ai dati sui protesti. In sostanza attraverso questi servizi potresti usufruire della banca dati quasi come se fossi un operatore finanziario e consultare le notizie nella stessa forma in cui le vedono loro, ad esempio arrivando a formulare la valutazione sull’affidabilità creditizia.

Cancellazione dalla centrale rischi: come fare?

Abbiamo visto quali dati contiene il CRIF e per quanto tempo queste informazioni possono essere legittimamente conservate negli archivi. Sappiamo anche come fare per ottenere dal CRIF i dati presenti sul nostro conto e dunque, dopo averli esaminati e valutati, possiamo decidere se vogliamo che siano cancellati dal sistema.

Occupiamoci ora di vedere in quali casi i tuoi dati possono e devono essere cancellati e di come richiedere questo adempimento.

Innanzitutto devi sapere che i dati non possono essere cancellati prima che sia trascorso il periodo indicato nel paragrafo precedente. Ad esempio se sei stato moroso dovrai necessariamente attendere i tempi che abbiamo esposto, anche se hai provveduto a sanare i ritardi accumulati nei pagamenti.

Invece, una volta trascorso il periodo in base ai casi che abbiamo indicato prima, la cancellazione è dovuta e dovrebbe essere operata in automatico dal sistema. Attraverso la consultazione e richiesta dati, come ti abbiamo spiegato nel paragrafo sopra, puoi sapere se questo è avvenuto oppure no.

Gli aggiornamenti automatici, infatti, comprese le eliminazioni dei dati più vecchi, vengono talvolta effettuati con ritardo e così le informazioni permangono oltre i tempi previsti.

Per richiedere la cancellazione puoi utilizzare il modulo online sul sito del CRIF e che potrai inviare via email, fax o posta alla società. Il CRIF ha il dovere di effettuare la cancellazione dei dati positivi entro 90 giorni dalla tua richiesta [3].

Per ottenere informazioni sullo stato di evasione della tua richiesta potrai consultare il sito inserendo il numero della pratica, che avrai ottenuto all’atto dell’inserimento del modulo, oppure telefonare al numero 051/6458900 o inviare un’email.

Casi particolari

La correzione dei dati

Se ritieni che i dati inseriti in CRIF non siano esatti, oppure non siano aggiornati, puoi richiedere non la cancellazione bensì la correzione. Ad esempio risulta che sei in ritardo e invece esiste un pagamento che avevi effettuato ma che non è stato registrato. In questo caso non sarai moroso e quindi i tuoi dati sono soggetti ai tempi di cancellazione più brevi che abbiamo esaminato a favore di coloro che hanno rimborsato in regola, anziché a quelli più lunghi per i ritardatari e i morosi.

Ricorda però che il CRIF è solo il gestore della banca dati alimentata dagli istituti che materialmente hanno erogato i finanziamenti e che inseriscono e aggiornano i dati: dunque se lamenti errori dovrai fare riferimento alla tua banca o società finanziaria perché è essa che li ha comunicati al CRIF e sarà essa che dovrà rettificarli.

Tieni presente, poi, che gli istituti di credito inviano i dati per l’aggiornamento al CRIF periodicamente, all’incirca una volta al mese; quindi se hai pagato la settimana scorsa una rata, con ogni probabilità queste informazioni verranno inserite solo nel mese successivo.

Ricordati che se avevi pagato qualche rata in ritardo questa informazione continuerà a risultare. Potrai chiedere l’aggiornamento, cioè far emergere il tuo avvenuto pagamento, ma non cancellare prima del tempo il tuo ritardo di pagamento pregresso.

Abbiamo già visto che il CRIF conserverà per un anno dalla data di regolarizzazione i ritardi nei pagamenti di due rate o di due mesi, e di ben due anni dalla data di regolarizzazione se i ritardi di pagamento erano maggiori. Quindi anche se hai pagato non potrai richiedere la cancellazione di queste notizie anzitempo rispetto al periodo prescritto.

Frode, furto d’identità e truffa

Potrebbe anche accadere che tu sia stato vittima di una frode creditizia, ossia che qualcuno abbia richiesto a tuo nome ed a tua completa insaputa – magari utilizzando documenti falsi o producendo copie dei tuoi – un determinato finanziamento: in questo caso avrai diritto alla cancellazione di questi dati perché sei stato vittima di un furto d’identità e di una truffa.

L’unica condizione è che tu abbia sporto una regolare denuncia alle autorità per questo evento in tuo danno, anche a carico di ignoti se non conosci chi siano gli autori.

In questo caso dovrai compilare il modello che ti abbiamo indicato prima e dovrai allegare ad esso una copia della denuncia sporta.

Quando non conviene far cancellare i propri dati

Abbiamo visto che la centrale rischi conserva, per un certo periodo oltre la scadenza del contratto, anche i dati dei finanziamenti e prestiti che sono stati regolarmente e interamente rimborsati.

In questi casi tu rimani registrato in centrale fino a tre anni dopo aver completato i pagamenti previsti, quindi continuerà a risultare che avevi richiesto quel finanziamento e che hai provveduto a saldarlo tutto. Sarai giustamente considerato un buon pagatore.

Questo significa che le informazioni che ti riguardano saranno interpretate in maniera positiva da qualunque istituto di credito al quale potrai rivolgerti per ottenere un nuovo finanziamento.

Se così è, potresti ottenere la cancellazione, ma a ben pensarci non ti conviene affatto far cancellare dalla banca dati un elemento che ti è favorevole e che ti accredita come soggetto solvibile e affidabile. La tua storia creditizia, documentata attraverso il CRIF, attesterà che hai rimborsato correttamente i precedenti finanziamenti.

Questa considerazione ti porrà in una posizione di vantaggio rispetto a chi, per la prima volta in assoluto, richieda un finanziamento. Le banche e le finanziarie valutano infatti in maniera favorevole chi ha già beneficiato di prestiti in passato e si è dimostrato capace di rimborsarli.

Di Paolo Remer

note

[1] CRIF S.p.a. con sede a Bologna, C.F. e P. IVA 02083271201.

[2] Ora Regolamento Europeo in materia di protezione dei dati personali: Regolamento (UE) 2016/679, pubblicato, con le rettifiche apportate alla versione originaria, in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. 127 del 23.05.2018.

[3] Art. 6, co. 7  Codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti, emanato ai sensi dell’art. 117 del Testo Unico sulla Privacy (D.Lgs. n.196/2003) e pubblicato in G.U. 23 dicembre 2004, n.300.

Fonte articolo: sito web La Legge per Tutti del 21/01/2019, autore Paolo Remer, url https://www.laleggepertutti.it/271881_cancellazione-dalla-centrale-rischi-crif?fbclid=IwAR3Yzw5I07KsUFqUOb3_w_jnUH7G4NPaQuhmwkQ1gh7830r1H4tjvch16M8