Legge 3/2012 vs Saldo e Stralcio

Legge 3 del 2012: un confronto con il saldo e stralcio

La Legge 3 del 2012 è una normativa introdotta nell’ordinamento italiano al fine di porre rimedio a situazioni di Sovraindebitamento attraverso una rinegoziazione dei debiti in base alla situazione economica attuale del debitore. In materia di rinegoziazione dei debiti, è però possibile per il debitore ricorrere anche ad altri strumenti, come ad esempio quello del saldo e stralcio, esponiamo di seguito un breve confronto tra le due alternative sopra citate al fine di chiarirne al meglio finalità, caratteristiche e soprattutto le principali differenze.

La Legge 3 del 2012: finalità e caratteristiche

La Legge 3 del 2012 è una normativa introdotta nell’ordinamento italiano al fine di gestire situazioni di Sovraindebitamento, definito dall’articolo 6 della Legge come il perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, determinando la definitiva incapacità da parte del debitore di adempierle regolarmente.

Tale normativa, attribuisce al debitore la facoltà di proporre ai creditori un piano di rinegoziazione del debito e si rivolge a tutti i soggetti che, secondo l’ordinamento giuridico italiano, non rientrano nelle disposizioni previste dalla legge fallimentare, ovvero: dipendenti, pensionati, aziende agricole, piccoli imprenditori e professionisti.

Risulta quindi evidente come la Legge 3 del 2012 interessi soggetti molto diversi tra loro, per questo motivo la normativa prevede procedure molto differenti per consumatori e imprese, ovvero:

  1. Piano del Consumatore: può accedervi solo il privato e non l’azienda, il Tribunale verifica la solvibilità del debitore e definisce quanto può essere pagato salvaguardando quanto serve per il sostentamento del nucleo famigliare;
  2. Accordo con i Creditori: riservato alle imprese, sostanzialmente si tratta di un “piccolo concordato”  in cui viene proposto ai creditori un piano sostenibile che diventerà effettivo se approvato da almeno il 60% dell’ammontare del debito.
  3. Liquidazione del Patrimonio: nelle situazioni debitorie maggiormente compromesse è possibile invece chiedere al Tribunale di pagare il debito attraverso la liquidazione del patrimonio del debitore (che può in questo caso essere sia un privato che un’azienda non fallibile), ottenendo, se sussistono le condizioni, l’esdebitazione di quanto non pagato.

In conclusione, avvalendosi di uno dei piani sopra esposti, il debitore può ottenere la soddisfazione dei creditori attraverso quanto può realmente pagare: l’ammontare del debito che non può essere pagato alla fine della procedura verrà esdebitato, ovvero cancellato con piena riabilitazione di chi ha usufruito della Legge 3 del 2012.

Ottenere l’esdebitazione vuol dire essere libero da ogni altro debito residuo ed essere riabilitato attraverso la cancellazione del proprio nominativo da tutti i registri di cattivo pagatore.

Il saldo e stralcio: di cosa si tratta

Il saldo e stralcio (o accordo transattivo a saldo e stralcio) è di fatto una transazione, ovvero un contratto, tra debitore e società finanziaria creditrice cui consegue la chiusura dei rapporti tra essi pendenti.

Generalmente, nel momento in cui la pratica di prestito o mutuo è andata in contenzioso, questa tipologia di estinzione del debito consente al debitore di offrire alla società creditrice una somma inferiore per chiudere definitivamente la propria posizione debitoria, in sostanza:

  • il debitore si impegna per iscritto a pagare subito alla banca o alla società finanziaria una somma di denaro concordata, il cui importo rimane tuttavia inferiore rispetto al debito maturato nel tempo, effettuando così il saldo del debito;
  • la banca o società finanziaria rinuncia a ogni diritto o pretesa nei confronti del debitore, con riferimento al debito che viene estinto, realizzando di fatto uno stralcio della posizione debitoria.

Il debitore può in questo modo chiudere la propria posizione debitoria attraverso il pagamento di una somma inferiore rispetto all’ammontare originale del debito e la banca (o società finanziaria) ottiene con certezza l’immediato rientro di una parte del debito (opzione spesso preferita dagli istituti di credito, a fronte di una più lunga, incerta e onerosa procedura giudiziale di recupero del credito con un elevato rischio di insuccesso).

Sia la Legge 3 del 2012 che il saldo e stralcio offrono dunque al debitore la possibilità di rinegoziare il proprio debito e, nel caso di buon fine, permettono di chiudere la propria posizione debitoria. Quali sono quindi le differenze tra le due alternative?

I due strumenti divergono profondamente sotto diversi aspetti, di seguito una breve rassegna delle principali dissomiglianze:

  • DIFFERENZE DI BASE 

Mentre il saldo e stralcio è un accordo tra le parti, per cui non ha vincoli di legge, la procedura di sovraindebitamento deve sottostare a precise regole e prevede un omologa da parte di un Tribunale. Inoltre il saldo e stralcio e un accordo tra due soggetti (un debitore e un creditore) mentre con la procedura di sovraindebitamento il debitore rinegozia il debito verso tutti i suoi creditori, ed anzi non è possibile escluderne nessuno.

Quando sono presenti più creditori, la procedura di cui alla Legge 3 del 2012 permette di godere di tutti i vantaggi delle procedure concorsuali, ovvero del fatto che la minoranza dei creditori si deve adeguare a quanto deciso dalla maggioranza. Inoltre il creditore durante la procedura è protetto dalle azioni dei debitori i quali non possono proseguire con le azioni esecutive come pignoramenti e messe all’asta degli immobili, che vengono bloccati dalla presentazione della procedura di sovraindebitamento.

Un ulteriore vantaggio della procedura di sovraindebitamento è quello di fornire una chiara panoramica della situazione del debitore ai creditori, che possono verificare con certezza quali debiti e quale patrimonio sono in capo al debitore. Questo è particolarmente importante perché permette al creditore di capire che il debitore non sta cercando di “fregarlo” ovvero che non si dichiara in difficoltà quando magari non lo è realmente. Al contrario nel saldo e stralcio spesso le banche adottano un atteggiamento prudente proprio per evitare di incentivare atteggiamenti “furbeschi” da parte di clienti che potrebbero pagare ma che fingono difficoltà per non onorare le rate.

  • PROPOSTA E ACCETTAZIONE

In entrambi i casi è il debitore (persona fisica o giuridica che sia) a decidere volontariamente di accedere ad una delle procedura previste dalla Legge 3 del 2012 o, se si tratta di un saldo e stralcio, di inviare all’istituto titolare del credito una proposta di saldo del debito. Per quanto riguarda il buon fine della proposta vi è invece una profonda differenza tra le due alternative prese in esame: il sistema del saldo e stralcio prevede che in ogni caso sia soltanto il creditore (Banca o Finanziaria) a decidere se accettare o meno una riduzione della propria pretesa creditoria, la Legge 3 del 2012, ad eccezione dell’accordo con i creditori, non presenta invece carattere negoziale, ovvero non si rende necessario nessun consenso da parte dei creditori, rimettendo completamente al Giudice tale decisione, mentre per le altre è sufficiente il non dissenso del 60% della massa dei debiti.

  •  DEBITI EQUITALIA

Il saldo e stralcio non permette di chiudere la propria posizione debitoria verso Equitalia ed il motivo è semplice: Equitalia è un’agenzia di riscossione, di conseguenza non può prendere accordi, ma incassa soltanto quanto comunicato dall’ente creditore e non può sostituirsi a quest’ultimo in un accordo transattivo a saldo e stralcio. Nell’ambito delle procedure riconducibili alla Legge 3 del 2012, invece, se il Giudice ritiene che vi siano determinate condizioni, è possibile rinegoziare anche il debito verso Equitalia.

  • MODALITA’ DI RISOLUZIONE DELLA POSIZIONE DEBITORIA

Nell’accordo a saldo e stralcio, l’istituto di credito esige spesso il pagamento della somma proposta in un’unica soluzione e la somma accettata dipenderà da una serie di variabili (come le politiche interne della banca, le possibilità di recupero, etc) indipendentemente dalla situazione del debitore. Per quanto riguarda la Legge 3 del 2012, nella maggioranza dei casi viene elaborato un piano di rientro dal debito che prevede pagamenti dilazionati e strettamente collegati alla situazione economica del debitore ed inoltre, il Tribunale verifica che venga salvaguardata una somma sufficiente alla dignitosa sussistenza del nucleo famigliare del debitore.

  • EFFETTIVA CANCELLAZIONE DEL NOMINATIVO DEL DEBITORE DAI REGISTRI DI CATTIVO PAGATORE

Nel caso in cui il debitore propone un accordo transattivo a saldo e stralcio al fine di ottenere la cancellazione del proprio nominativo dai registri di cattivo pagatore, è buona norma riservare particolare attenzione alle modalità con cui l’istituto di credito redige la quietanza liberatoria. Per non correre il rischio di rimanere segnalati per il debito residuo, è necessario controllare che nella quietanza liberatoria si faccia riferimento all’esplicita rinuncia al debito residuale (art. 1236 del codice civile). La possibilità di beneficiare dell’esdebitazione è invece una caratteristica intrinseca alla Legge 3 del 2012. Durante tutto l’iter procedurale, inoltre, tutto avviene sotto la supervisione dell’ Organismo di Composizione della Crisi da Sovraindebitamento che verifica che tutto si svolga secondo le regole della Legge 3 del 2012, e rappresenta quindi una tutela per le parti. Ottenere l’esdebitazione vuol dire essere libero da ogni altro debito residuo ed essere riabilitato attraverso la cancellazione del proprio nominativo da tutti i registri di cattivo pagatore, questo aspetto è molto importante dal momento che queste banche dati possono essere consultate da società finanziarie per valutare una nuova richiesta di finanziamento.

In conclusione, il saldo e stralcio e la Legge 3 del 2012 risultano essere alternative molto differenti tra di loro, di conseguenza è necessario valutare attentamente la posizione debitoria cui si vuole porre rimedio per scegliere la soluzione maggiormente appropriata.

Per semplificare, in caso di debiti di importi minori e verso uno o pochi creditori si può tentare la strada del saldo e stralcio, se invece l’ammontare debitorio risulta essere consistente e verso numerosi creditori, tanto da essere in una situazione di oggettivo sovraindebitamento, si apre da oggi una soluzione con maggiori possibilità di successo, ovvero quella di ricorrere a una delle procedure previste dalla Legge 3 del 2012.

Fonte: staff ais