La Cassazione ha ribadito che le badanti hanno diritto a 11 ore consecutive giornaliere di riposo, come tutti i lavoratori. Ecco cosa dicono sentenza e Ccnl.

Le badanti sono lavoratrici come tutte le altre. E per questo hanno il diritto di vedere rispettato il loro contratto nazionale di categoria. Compreso il capitolo che riguarda il riposo giornaliero di 11 ore consecutive. Lo ha stabilito la Cassazione con una delle prime sentenze depositate nel 2018 [1].

La Suprema Corte ha dato torto ad una Onlus lecchese che fornisce personale di assistenza agli anziani e che, a suo avviso, le ore di riposo giornaliero delle badanti non devono essere godute in modo consecutivo ma possono essere spezzate. I giudici di merito hanno anche ricordato che chi non rispetta questo vincolo va incontro ad una multa per sfruttamento della manodopera, come previsto proprio dal contratto collettivo.

Badanti: 11 ore di riposo consecutivo giornaliero

Insomma, su 24 ore, una badante ha diritto ad un riposo giornaliero consecutivo di 11 ore. Per la Cassazione, infatti, chi si prende cura di una persona per mestiere (la badante, appunto) è un lavoratore come tutti gli altri e, pertanto, vige anche per lei la legge [2] che ha recepito la direttiva europea sull’orario di lavoro e che sancisce per tutti il diritto a fruire in modo consecutivo di 11 ore di riposo minimo giornaliero, tranne nei casi in cui il lavoro deve essere frazionato durante la giornata oppure in quelle circostanze in cui il lavoratore deve essere reperibile.

Badanti e riposo: cosa dice il contratto nazionale?

Una badante può essere assunta per un massimo di 54 ore settimanali oppure per 40 ore la settimana se non è convivente. Ognuna di queste ore non può essere retribuita con una tariffa base inferiore a 4,54 euro. In base al contratto nazionale di categoria, la badante ha diritto ad un riposo giornaliero consecutivo di 11 ore, mentre il riposo settimanale è fissato in 36 ore. Di queste ultime, 24 devono coincidere con la domenica. Significa che quel giorno la badante ha diritto a non lavorare.

A quante ferie hanno diritto le badanti?

Oltre alle ore di riposo, le badanti hanno diritto anche alle ferie, come tutti i lavoratori. Di norma, vengono concesse tra giugno e settembre, quindi nel periodo estivo. Una badante matura (come chiunque) 26 giorni di ferie per ogni anno lavorato. Dato che maturano subito, le ferie spettano anche per frazione di anno, cioè se la badante ha lavorato, ad esempio, solo sei mesi, calcolando due giorni al mese. Come per qualsiasi dipendente, nel periodo di ferie si ha diritto alla retribuzione ed ai contributi previdenziali, così come nel caso di assenza per malattia. Le badanti, infine, hanno diritto alla tredicesima mensilità.

Come assumere una badante?

Considerato tutto ciò, come assumere una badante? C’è qualche differenza tra l’assunzione di questa collaboratrice domestica e quella di un normale dipendente in un’azienda? La differenza consiste nel fatto che non serve un vero e proprio contratto di lavoro ma basta una lettera di assunzione in duplice copia. Nella lettera, però, andranno indicati tutti gli estremi del rapporto di lavoro, a cominciare dai dati anagrafici del datore di lavoro della badante e del soggetto al quale la lavoratrice presta assistenza.
Bisogna mettere nero su bianco anche il luogo di lavoro, le mansioni, gli orari, lo stipendio mensile ed eventuali altre indennità.
Una copia della lettera di assunzione va consegnata alla badante. Da quel momento comincia il rapporto di lavoro vero e proprio. Il datore, però, dovrà comunicare l’assunzione all’Inps per il pagamento dei contributi previdenziali. La comunicazione all’Inps deve essere fatta per via telematica con il proprio Pin di accesso oppure tramite un Caf autorizzato.

Come licenziare una badante?

Ci sono due modi in cui si può licenziare una badante:

  • per giusta causa: nel caso in cui la lavoratrice abbia dimostrato negligenza oppure abbia commesso qualche altra mancanza che rende impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro neanche per un solo giorno in più. In questo caso, il licenziamento avviene in tronco e il datore non è tenuto a corrispondere il preavviso;

senza giusta causa: nel caso in cui ci siano altri motivi per interrompere il rapporto di lavoro (ad esempio per che un figlio dell’assistito va in pensione e non ha più bisogno di una persona esterna). In questa ipotesi, il datore di lavoro è tenuto a pagare il preavviso alla badante, variabile a seconda della lunghezza del rapporto di lavoro, delle ore settimanali lavorate.

note

[1] Cass. sent. n. 24/2018.

[2] Dlgs. n. 66/2003.

Fonte: https://www.laleggepertutti.it/190119_badanti-a-quante-ore-di-riposo-hanno-diritto