La Pubblica Amministrazione paga le imprese sempre in ritardo. Sul punto è intervenuta anche la Commissione Europea. Ecco i dettagli.

29 Maggio 2018

Quando c’è da mettere mani al portafoglio, nessuno è contento. Il malumore accomuna un po’ tutti, compresa la Pubblica Amministrazione, molto spesso in ritardo nei pagamenti. Quando si tratta di soldi si è sempre pronti a chiedere e un po’ meno a dare. Sono tutti risoluti quando si tratta di riscuotere un proprio credito, ma sono pochi quelli che adoperano lo stesso rigore quando non si tratta più di pretendere, ma di “dare” quanto dovuto. Ciò in quanto, nell’attuale periodo di crisi, sta diventando sempre più difficile “arrivare a fine mese” e molti contribuenti, sia privati che imprese, sono sempre più in ritardo con i pagamenti.

Sotto questo punto di vista, tuttavia,  contribuenti ed imprese, sono in ottima compagnia e se è vero che il “pesce puzza sempre dalla testa”, è bene sapere che la prima ad essere sistematicamente in ritardo quando si tratta di pagare il dovuto è proprio la Pubblica Amministrazione. Ed infatti, anche la Pa tarda quando si tratta di pagare, tant’è che le imprese aspettano dalla Pubblica Amministrazione ancora 31 miliardi. L’ultima fotografia del problema è arrivata da Banca Ifis in occasione del Forum Pa a Roma: «migliorano i tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione, nel 2017, che restano tuttavia superiori a quelli stabiliti dalla legge e si riduce l’ammontare dei debiti in ritardo da 33 a 31 miliardi di euro sul totale dei 58 miliardi di debiti commerciali della Pa», dice l’analisi.

Sul punto, è bene sapere che non molto tempo fa è intervenuta anche la Commissione Europea, che ha rinviato il governo italiano dinanzi alla Corte Europea. Ciò in quanto la Pubblica Amministrazione paga sempre in ritardo. Ma procediamo con ordine. Vediamo allora quali sono “i numeri” del problema e soprattutto cosa dispone la legge sui ritardi dei pagamenti.

Ritardo nei pagamenti: cosa dice la legge

Con riferimento alla tematica in commento, la normativa che viene in rilievo è di matrice europea ed è molto chiara sul punto. La direttiva sui ritardi dei pagamenti (2011/7/UE, recepita con il d.lgs. 9/11/2012, n. 192) stabilisce un termine di 30 giorni per il pagamento di beni e servizi da parte della Pubblica Amministrazione. Le Amministrazioni Pubbliche, dunque, sono tenute a pagare le merci e i servizi acquistati entro 30 giorni e, solo in circostanze eccezionali, entro 60 giorni dal ricevimento della fattura.

Le amministrazioni pagano le imprese in ritardo

La realtà dei fatti, invece, si discosta molto dal dettato normativo.  Detto ciò, vediamo in concreto quali sono i “numeri del ritardo”. Ebbene, ad oggi, le Amministrazioni Pubbliche italiane sono in netto ritardo rispetto al dettato normativo. I ritardi rientrano fra i 27 e i 59 giorni, sebbene si riscontrino situazioni gravi in Comuni e Province con picchi rispettivamente oltre i 300 e i 540 giorni. Nel dettaglio, lo studio – basato su dati Istat, Banca d’Italia e Mef – rileva come il 62% degli enti pubblici abbia pagato in ritardo nel 2017 rispetto ai vincoli di 30/60 giorni imposti dalla legge. Si tratta di un dato in calo di 8 punti percentuali rispetto all’anno precedente grazie all’andamento delle Regioni (45% contro il 55% del 2016). Migliorano Asl, Comuni e Province (fra i quali però si registrano situazioni di grave ritardo) mentre i ministeri sono in controtendenza: il 93% ha pagato in ritardo contro l’86% del 2016. Dal lato delle imprese, lo studio certifica come le aziende fornitrici della Pa incassino 30 giorni più tardi rispetto a quelle dello stesso settore che però lavorano con il comparto privato.

La Pa paga sempre in ritardo: interviene l’Ue

Proprio per questi motivi, la Commissione Europea ha deciso di portare l’Italia davanti alla Corte di Giustizia europea per i “ritardi sistematici” dei pagamenti alle imprese da parte della Pubblica Amministrazione. La questione, in realtà, è  sotto gli occhi di tutti da tempo: in Italia la Pubblica Amministrazione paga sempre in ritardo, con buona pace dei contribuenti e soprattutto delle imprese, che – oltre alle innumerevoli difficoltà connaturate all’attuale periodo storico – sono anche costrette ad attendere i sistematici ritardi delle pubbliche amministrazioni italiane. Si consideri, inoltre, che non è la prima volta che la Commissione Europea bacchetta sul punto l’Italia. Ed infatti, è importante ricordare che tre anni fa (nel 2014) l’esecutivo comunitario ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora (si è dunque aperta una cosiddetta procedura di infrazione) e poi successivamente, nel febbraio scorso, un parere motivato, che ha portato alla decisione di rinviare la questione alla Corte europea di Giustizia. Ciò in quanto il sistematico ritardo nei pagamenti non può essere tollerato. A ben vedere, invero, pagare puntualmente è importantissimo soprattutto per le piccole e medie imprese che devono poter contare, per la propria sopravvivenza, su un flusso di cassa positivo e su un’ordinata gestione finanziaria.

Fonte: https://business.laleggepertutti.it/31629_debiti-della-pa-verso-le-imprese